martedì 5 aprile 2011

WEB 2.0: Nascita ed Espansione

Dopo un’accurata, nonché piacevole e appassionante lettura dell’articolo di Tim O’Reilly si può capire come siano state gettate le basi del web 2.0, mettendo in risalto nuovi strumenti che, prendendo spunto dai  predecessori  del Web 1.0, rappresentano e rappresenteranno il futuro della rete. Premetto che prima di questa lettura non sapevo ne pensavo quanto il fenomeno Web 2.0 potesse essere importante sia in ambito lavorativo che a livello di conoscitivo.
 Uno dei principi fondamentali  sicuramente risiede nel fatto di concepire il Web come piattaforma, che si basa sulla partecipazione, sulla collaborazione e sulla condivisione. E’ interessante notare che il Web 2.0 nasce dai superamenti  e dall’avere una diversa concezione della piattaforma rispetto al Web 1.0.
Dovendo fare infatti una differenza tra  Netscape, archetipo del Web 1.0 e Google del Web 2.0, possiamo affermare che mentre Netscape utilizzava il suo browser web come applicazione desktop, cercando di stabilire un mercato di prodotti server (a pagamento) di fascia alta, Google nasce come applicazione web nativa, non come pacchetto in vendita ma fornita come servizio, OPEN SOURCE e abbraccia tutte le varie fasce. Ma la cosa che stupisce di più è che Google non è considerato né un browser né un server ma, solo un intermediario tra l’utente e la rete.
Allo stesso modo possiamo parlare di un altro colosso di internet, Double Click che a differenza di Yahoo e Google è stato limitato perché adottava una politica secondo cui internet potesse essere dominato dai siti più importanti e non dai piccoli siti. Ma la realtà dimostra che non è così e sposa invece la tesi di Google e Yahoo, ovvero quella di valorizzare tutti i piccoli siti, che vantano già migliaia di inserzionisti.
Tutto questo crea il principio chiave del Web 2.0 ovvero che il servizio migliora automaticamente con l’aumentare del numero degli utenti. È grazie all’intelligenza collettiva che il Web acquista sempre maggiore potenza. Proprio per questo motivo il fondamento del Web 2.0 diventa l’Hiperlinking cioè, quando gli utenti aggiungono nuovi contenuti e nuovi siti questi vengono integrati alla struttura web da altri utenti che ne scoprono il contenuto e creano link. Proprio la struttura dei link è stato il fattore di successo di GOOGLE che tramite PAGE RANK, un metodo che utilizza appunto la struttura dei link anziché semplicemente la pagina web, fornisce risultati di ricerca migliori.  Anche EBAY è il frutto di un’attività collettiva: il colosso americano sfrutta infatti la critica di acquirenti e venditori per migliorare il proprio sito e la propria attività. Procedimento simile per WIKIPEDIA , diventata un’enciclopedia a livello mondiale grazie alla fiducia che ha dato ai suoi utenti in quanto, permette loro di poter aggiungere una voce che può contemporaneamente essere sempre modificata da altri.
Ma alcune delle caratteristiche più pubblicizzate dell’era Web 2.0  sono i Blog ossia, Home Page nel formato di un diario dove l’utente esprime tutte le proprie opinioni personali le quali possono anche essere oggetto di dibattito tra i vari utenti registrati, e i FEED RSS ossia,una tecnologia che consente non solo di collegarsi ad una pagina ma di abbonarsi anche ad essa, ricevendo un avviso ogni volta che la pagina viene modificata. RSS significa quindi che il browser non è più l’unico modo di vedere una pagina web. Questa nuova tecnologia viene uilizzata non solo per aggiornare i Blog ma anche per aggiornare quotazioni azionarie, notizie meteo, ecc.
Ma la tecnologia che ha reso il Blog un fenomeno di grande successo del nuovo web 2.0 non è solo RSS ma anche il permalink, ossia una sorta di ponte tra i vari blog che  consente non solo di iscriversi ai siti degli altri e commentare facilmente ma anche di  vedere quando qualcun altro si collega e risponde al commento.
Quindi da come si evince, il cavallo di battaglia del nuovo Web 2.0 è l’architettura partecipativa , ossia sfruttare l’intelligenza di ogni singolo utente per modificare al meglio la piattaforma. Questa architettura è considerata alla base del successo dei software Open Source e sia Wikipedia sia i Blog infatti, sfruttano  questa intelligenza collettiva come una specie di filtro.
Ma l’era del Web 2.0 si propone di adottare un altro sostanziale cambiamento, e cioè la fine del ciclo delle Release di Software, poiché il software di quest’era viene fornito come servizio e non come prodotto. Tutto questo ovviamente  comporterà molto lavoro. In particolare:
·        Google, gestendo il software come servizio, dovrà rimanere costantemente aggiornato;
·        Gli utenti dovranno essere trattatati come co-sviluppatori, quale conseguenza delle pratiche di sviluppo degli Open Source, aveti il motto “Sviluppa presto e Sviluppa spesso”;
·        Non si avrà mai un prodotto finito ma un ETERNO BETA, con uno sviluppo dello stesso in un contesto aperto.
Infine un aspetto molto importante, di cui vale la pena parlare, e secondo me anche discutere è quello della privacy. Il Web 2.0 si propone infatti di abbassare le barriere di utilizzo dei servizi, in base al Progettare “Hackable e Remixable” . Hackable in quanto l’opzione Wiew Source ha reso l’utente in grado di copiare le pagine web di chiunque altro trasformando così la frase ALL RIGHT RESERVED in SOME RIGHT RESERVED. Remixable in quanto si possono creare servizi, semplicemente mettendone insieme altri già esistenti. Ma la domanda che nasce spontanea è: gli utenti, professionisti e non, saranno pronti a concedere i loro diritti d’autore a chiunque? Vedremo.

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